Fonti e ricerche per una storia dell' internetworking in Italia

ARCHIVIO GIANNI DEGLI ANTONI

Intanto la ricchezza è indicata dall'uomo. Che può giovarsi di molta scienza e tecnica...

Riflettere su ricchezza e lavoro

Versione
Milano
25
Novmbre
2010
1.0
  • Tutti abbiamo qualche idea sulla ricchezza. Economisti e non. Sappiamo che la ricchezza si produce. E per produrla serve lavoro. Dunque una nuova ricchezza si ottiene trasformando ricchezza di cui già disponiamo, mediante lavoro.
  • La natura e la realtà preesistente (ricchezza) partecipano: sia nella trasformazione della ricchezza che come ricchezza che verrà trasformata.
  • Si dice che si può distruggere ricchezza. Forse. Ma la ricchezza così detta distrutta può essere ricchezza che attraverso altro lavoro diventa nuova ricchezza.
  • Un esempio: i rifiuti sono il risultato di impiego distruttivo di ricchezza. Opportunamente lavorati possono diventare materia prima per certi impieghi. Naturalmente il lavoro impiega (consuma) ricchezza. Ovvero la trasforma.
  • L'uomo è parte principale di questo processo. Ci vuole un po' di cinismo affermare che l'uomo è ricchezza consumata dal suo stesso lavoro che comunque produrrà altra ricchezza attraverso altro lavoro. Non diverso destino si applica alle distruzioni, ai fallimenti ed a molti altri processi, fra cui le guerre.
  • Si distrugge: ovvero si trasforma ricchezza in una altra forma pronta da essere trasformata da altro lavoro.
  • Così si sviluppano le civiltà con processi che sembrano poter essere descritti dalla Fisica: nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si si trasforma (Lavoisier 1700).
  • La grande dualità RICCHEZZA/LAVORO dunque, ci domina. Ma forse possiamo rifletterci un po'.
  • Intanto la ricchezza è indicata dall'uomo. Che può giovarsi di molta scienza e tecnica... che poi non è altro che ricchezza trasformata, nel tentativo riconoscerla come tale e con le sue forme secondo i canoni che certamente si fondano sulla realtà sotto forma di cultura... ovvero di ricchezza.
  • Il lavoro è a sua volta una attività umana coadiuvata da altri uomini, dalla natura, da macchine. In ogni gesto esiste l'impronta dell'uomo anche in quello che sembra non dipenderne del tutto.
  • La trasformazione è cambiamento... e ogni cambiamento è un gesto piccolo o grande, ma sempre gesto che interpreta molti gesti: è come se tutti i gesti fossero attuati da robot interconnessi (avatar composti) che hanno il compito di lavorare combinando gesti di lavoro.
  • Così si sono prodotte molte realtà. E l'uomo si è fuso in quelle realtà attraverso il risultato dei suoi gesti visibili solo nella ricchezza che li ha congelati (cultura?).
  • Tutto questo non ci dice nulla sui conflitti di lavoro e non ci lascia giudicare la ricchezza in senso etico. In fondo potremmo ignorare il lavoro e osservare solo la ricchezza, che comprende la cultura e in questa la capacità di lavorare, cioè di produrre nuova ricchezza.
  • Siamo ad oggi. Impegnati in lavori. Siamo in tanti. Ognuno di noi si riconosce nella sua capacità di trasformazione attraverso i gesti che abbiamo ritrovato in noi grazie alla realtà osservata con la cultura e l'esperienza diretta.
  • Se partecipiamo a una nuovo progetto... ogni gesto nostro e di tutti coloro che partecipano al progetto, stanno producendo ricchezza, con ruoli determinati dalla natura di avatar che incorporano.
  • Ecco lo sviluppo. Che non accetta lotta di classe: l'accetta se quello sviluppo consuma solo altro e non sè, e la propria ricchezza... che altro non è che la realtà in cui ci si proietta e ci si è proiettati, fatti avatar, grazie al lavoro ed all'esperienza partecipata.

Questa nota ha tratto ispirazioni:

  • Dalla Fisica sulle Leggi di Conservazione.
  • Dalla Teoria delle Reti di Petri (Carl Adam Petri).
    • (Ricchezza come condizioni, Lavoro come eventi)
  • Da concetti purtroppo dimenticati: ovvero "dati come programmi" (Marco Maiocchi)
  • Dalla trasformazione della realtà come anima dell'uomo

Archivio
Degli Antoni
cctld.it
GDA Facebook