Fonti e ricerche per una storia dell' internetworking in Italia

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Memorie e contributi di corrispondenti e allievi, commenti GDA
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05
Dicembre
2010

Giuseppe Attardi [ whois ]

  • Anch'io lo stimo molto. E' uno dei pochi informatici italiani con grandi visioni

[Pisa, 21 Novembre 2010]

Antonio Anselmo Martino [ whois ]

  • Sono molto contento che si dia un luogo di rilievo a Gianni. Uomo eccezionale, ricercatore di prima linea, probabilmente uno dei professori italiani che più ha contribuito a formare gente che poi ha trasformato l'Italia attraverso le nuove Tecnologie.
  • Ho conosciuto Gianni molti anni fa 1980 (circa) quando ero direttore dell' Istituto per la Documentazione Giuridica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (oggi ITIIG www.itiig.it).
  • Stavo portando l'Istituto formato da documentalisti, giuristi, linguisti ed informatici verso una linea allora rivoluzionaria: non finanziavo progetti se non congiunti di tutte e quattro le componenti.
  • Ovviamente le contestazioni anche sindacali non mancavano. In un convegno dove sono andato a mostrare che - attraverso la linguistica computazionale - si poteva determinare la comprensibilita' dei discorsi politici e avevo preso in considerazione Craxi, De Mita e Berlinguer, facendo notare che le differenze tra di loro erano piccole e invece molto grandi la differenza tra i contesti dove parlavano: in partito, in parlamento, in TV, etc.
  • Gianni si mostro' molto interessato e seppure lo chiamavano in modo sornione "il poeta dell'informatica", fece un certo effetto tra i miei ricercatori che un informatico noto considerasse interessanti le mie ricerche.
  • Nacque li' una amicizia che si mantiene nel tempo (non nello spazio perche' ora abito normalmente a Buenos Aires) e andavo a trovarlo spesso per imparare le nuove cose e conoscere i suoi laureati che normalmente mi mostravano delle novita' che poi - apparivano sul mercato.
  • Una cosa da ricordare quando mi chiamo' per dirmi che Di Pietro lo aveva contattato (per caso in un ristorante di Milano) facendogli notare che era disperato perche' doveva fare la requisitoria della causa Cusani e aveva due stanze piene di prove: filmati, documenti, etc.
  • Gianni parlo' con me per essere sicuro che la sua intuizione fosse buona, ed era eccellente: usare l'iperteso.
  • Gli feci notare che i grandi giuristi avevano già utilizzato il sistema ma a due dimensioni, nelle famose "Glosse" come quella di Bartolo di Sassoferrato: il Corpus Juris civilis in centro e poi tutte note intorno al testo legale, appunto "le glosse".
  • Lui indico' una giovane e brillante borsista di cognome Macchi, che venne a Firenze a capire qualcosa sulle requisitorie e poi costrui' l'ipertesto che permise a Di Pietro fare la più famosa requisitoria della causa poi conosciuta come "Mani pulite" seguita da circa 20 milioni di italiani alla televisione.
  • Era cosi' schiacciante la superiorità degli elementi tecnologici dell'accusa, che l'avvocato della difesa, facendo notare la chiara differenza di fronte alla legge chiese al tribunale di non ammettere che in aula si vedessero i video che riportavano, per esempio Forlani con la bava in bocca dicendo "non ricordo".
  • E il tribunale in una sentenza poco criteriosa ammise l'obiezione per la parte video, non cosi' per la parte audio. Ma dato che contemporaneamente veniva ripreso dalla televisione, chiunque - compresi i giudici - bastava guardassero i televisori che c'erano nei corridoi per vedere e ascoltare.
  • Tempo dopo ci avventurammo su un linguaggio di marcatura dei testi XML che mi fece imparare perche' - diceva - diventerà uno standard di fatto. E cosi fu. Quindi, quale membro della commissione italiana di diritto informatico raccomandai l'uso di XML per l'ipertesto che contiene tutte le 84 banche dati giuridici in una sola: Norma in rete NIR (www.nir.it) ed oggi è uno standard di diritto per la parte giuridica italiana.
  • Un'altra sua visione - poi non andata in porto - fu la creazione di una piccola banca on line per le piccole e medie imprese dove abbiamo partecipato insieme anche nell'impresa che fu creata all' uopo e abbiamo messo un po alle corde il sistema finanziario italiano che poi trovo il modo di schiacciarci.
  • Una bella idea troppo avanti per un paese con degli interessi in borsa troppo pesanti.

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  • Multidisciplinare prima che la parola diventasse corrente ha aiutato e fornito idee a tutti, me compreso. Gloria e lodi !

[Buenos Aires, 26-27 Novembre 2010]

Marco Negri [ whois ]

  • Ho conosciuto Gianni nell'autunno del 1980.
  • Ero, come capita a tanti giovani, alla ricerca della mia strada. Un anno al politecnico di Milano, passato a giocare con le prime calcolatrici programmabili, mi avevano fatto capire due cose: di non avere la stoffa dell'ingegnere e di essere incuriosito dalla nascente informatica.
  • Casualmente venni a sapere che Gianni era a disposizione delle aspiranti matricole ogni sabato mattina nella storica sede dell'istituto di cibernetica della facoltà di fisica.
  • Mi presentai e posi una domanda non certo originale: "cos'è un informatico?"
  • Gianni sicuro e sereno come sempre rispose : "un feroce risolutore di problemi"
  • Non mi rimase alternativa, quella era la mia strada!
  • Dopo pochi mesi di frequenza nel nascente Corso di Laurea in Scienze dell'Informazione capii di avere di fronte una “One Man Company”, iniziai quindi a frequentare l'istituto e, presto divenne, a tutti gli effetti, la mia casa.
  • Dal 1980 a 1992 ho passato almeno la metà del mio tempo in istituto. Si' più della meta perché per volontà di Gianni, l'istituto era aperto 7x24 ed era semplicissimo, anche per una matricola come me, avere copia delle chiavi ed accedere al dipartimento ogni volta che se ne avesse bisogno o voglia, notte o giorno, festa o non festa.
  • A qualsiasi ora di qualsiasi giorno si era certi di trovare qualche collega e, talmente spesso da sembrare sempre, Gianni stesso.
  • È iniziata così una collaborazione che è durata fino al 1992, quando, vicende esterne, separarono le nostre strade.
  • In quei 12 anni ho imparato tutto quello che so, ma proprio tutto.
  • Alcune delle cose che ho imparato è necessario citarle. Voglio raccontarvi alcune delle cose che Gianni ha tentato, con grande passione, di insegnare a me ed ad altre migliaia di studenti.
  • In quegli anni non riuscivo a capirle tutte e completamente ma le poche che sono riuscito a capire hanno fatto la mia fortuna. Alcuni esempi:
    • Nei primi anni '80 Gianni ci parlava di Object Oriented Programming, quando il mondo era ancora al Cobol, FORTRAN ed Assembler. Mi fece realizzare prima un compilatore Modula 2 poi un compilatore Objective C (il linguaggio dell'attuale Mac OS X per chi non lo sapesse).
    • Apriva un laboratorio per le tecnologie ottiche, CD e fibre, mentre noi eravamo alle prese con i primi floppy disk da 180KBytes e con gli accoppiatori acustici su doppino in rame da 300 bps.
    • A metà degli anni '80 Gianni fece installare il primo Lisa in Italia, il papà del Mac. Era talmente convinto della validità della soluzione e del valore di Steve Jobs da abbandonare Apple quando Jobs fu licenziato.
    • Ovviamente ci fece usare, con assoluta convinzione, NeXT. Sempre in quegli anni inizio la passione per le reti: reti ovunque, sempre e comunque. Installammo una delle primissime reti locali, più “antica” di ethernet e ci spinse a sviluppare una rete di livello 2 e 3 da zero, prima che IP arrivasse in Europa.
    • Già in quegli anni ci diceva che il client server era una soluzione “vecchia” e ci stimolava a pensare a soluzioni distribuite ad alto parallelismo. Insomma lui pensava già alla “nuvola” quando gli altri erano proprio “nelle nuvole”.
    • Prima della fine degli anni '80 fu la vota delle interfacce “Touch”! Mentre uscivano i primissimi mouse. Mi fece implementare, su un improbabile touch screen dell'HP un editor di formule matematiche dove le formule ed i simboli venivano assemblati e spostati con il tocco di un dito.
  • Ma Gianni non solo è "un genio illuminato con la capacità di vedere 20 anni nel futuro".
  • Gianni è anche un uomo di straordinaria umanità: ha aiutato me e tantissimi altri studenti a crescere non solo professionalmente.
  • Per queste esperienze mi ritengo un privilegiato. So che non a tutti è data l'occasione di conoscere persone di questo livello, di questa statura umana e scientifica.

[Milano, 05 Dicembre 2010]

Marco Maiocchi [ whois ]

  • E' difficile parlare di Giovanni Degli Antoni. Non perché sia complicato, ma perché è complesso.
  • I miei rapporti con Gianni datano dal 1968 (data storica, peraltro), quando ero studente di Fisica, indirizzo Elettronica, al terzo anno di corso.
  • Cosa dovrei raccontare: delle incredibili lezioni a cui assistevo attonito per l'interesse? Della sua capacità di lasciarsi prendere in giro affabilmente e amorevolmente? Della stima che lo circondava?
  • Potrei raccontare di quello che succedeva intorno a lui, dei movimenti ideologici di cui lui era partecipe, ma non succube, dei meccanismi di evoluzione accademica in cui su poneva come outsider, vincendo battaglie contro una logica costituita, di accettazioni di sfide (che faceva accettare, o meglio che ci faceva voler accettare a tutti noi che lo seguivamo intellettualmente).
  • Invece, preferisco parlare di me, delle piccole grandi cose che mi sono accadute, che mi sono state suggerite e provocate dalla conoscenza e dalla frequentazione di una grande persona.
  • La mia storia è ormai molto complessa: fisica, elettronica, cibernetica, informatica, imprenditoria, design, … ma in realtà la mia storia è molto semplice, se si filtra attraverso poche lezioni avute da un Maestro.
  • Così parlo con tutti quando mi chiedono da dove vengo.
  • E cosa mai mi avrebbe insegnato questo maestro? Tante cose, ma ne cito solo alcune, neppure esaustive, quelle umane, quelle etiche, quelle che io cerco di trasmettere ai miei figli.
  • Ricordo quando, a fronte di un mio imminente esame di Struttura della Materia, m'incontrò prima dell'intervallo di pranzo. Alla sua domanda se ero preparato risposi con sufficienza, per mostrare che l'esame valeva poco e allora mi fece una domanda precisa su una formula, a cui risposi con altrettanta precisione.
  • Alla mia precisione, esatta, contrappose la dichiarazione che non avevo capito nulla, e mi spiegò la formula che gli avevo testualmente citato, ma mostrandomene il significato. Da allora imparai a leggere le espressioni matematiche.
  • Ricordo quando, ormai saturo di competenze informatiche, quando mi chiese di realizzare una struttura di rara difficoltà e complessità con il linguaggi di programmazione allora disponibili (essenzialmente il Fortran), io ebbi l'ardire di affermare che non si poteva: divenne una furia, e io imparai che l'affermazione "non si può" vuol dire "non ho voglia di pensare a un'alternativa".
  • Ricordo quando mi "costrinse" a chiudere progetti, a prendere posizioni, a rispettare le idee altrui, a combattere per le proprie, quando mi bloccò iniziative personali che non avevano spazio intellettuale sulla ricerca, SOSTITUENDOMELE con altre, piu' remunerative ma più coerenti con un percorso di ricerca.
  • Che devo dire ancora di Gianni? Che mi ha appoggiato quando ho voluto costruire una mia azienda? Che ha mantenuto il rapporto tra questa aiutandola, nell'ottica di un interesse sociale comune? Che le persone che assumevo erano i suoi migliori allievi?
  • Che ha segnato un'epoca storica che tutti oggi invidiano senza conoscerla?
  • No, questi sarebbero dettagli. In realtà Gianni è stato ed è un maestro, e ha indicato a ciascuno dei suoi allievo la strada per imitarne la maestria.
  • Indomito, forte con i forti e supporter dei deboli, ci ha insegnato la speranza in un futuro, e il piacere in questa indomabile speranza.
  • Da anni ho rapporti radi e sporadici con lui. Eppure, completamente convinto, ogni mattina mi sveglio, pronto a combattere una battaglia del sapere e dell'essere, grazie a lui.
  • Grazie, Gianni.

[Milano, 17 Dicembre 2010 ho 08:59]

Commento GDA

  • Potrei in un prossimo futuro indicare le cose che da lui ho imparato e che ho cercato di trasmettere..
  • Sul piano filosofico grazie a lui ho capito un frase di N. Chomsky: i nomi non sono etichette delle cose..!
  • Quando gliela dissi impallidì.
  • Il giorno dopo la stanza che avevamo conquistato era piena di cose con sopra etichette. La chitarra, la sedia, la scrivania.. ecc.
  • Allora si usava la DIMO.. Ma una era compatible con tutta la matematica del mondo era: una etichetta appesa al soffitto con un sottile filo di nilon. Sulla etichetta la scritta: Etichetta!
  • Quella frase mi ha fatto capire prima gli identificatori, poi xml, quindi atti di indicazione (click), in pratica tutta la tutta la informatica
  • e molto molto altro..come scienza dell' uomo...
  • Grazie Marco..

[Milano, 17 Dicembre 2010 h 20:39]

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