Per una storia della telematica italiana

Il background - fonti

'800 - Alcuni riferimenti del dibattito

Ragion politica, ragion tecnica, ruolo civile degli scienziati

Il Congresso degli Scienziati di Carlo Pisacane

Versioni
Sommaria
07
Luglio
2010
1.0

Nota

  • Tra il 1858, a pochi mesi dalla tragica morte dell'Autore, e il 1860 andava in stampa il manoscritto incompiuto dei quattro Saggi Storici Politici Militari di Carlo Pisacane, pioniere del filone italiano di una concezione materialistica della storia ; fautore di un disegno politico Comunardo estremo [Pisacane fu corrispondente rispettoso di Cattaneo] ; protagonista di un disperato tentativo insurrezionale.
    • I Cenno storico d' Italia
    • II Dell' Arte bellica in Italia
    • III La Rivoluzione
    • IV Ordinamento e costituzione delle milizie italiane
  • Nel terzo Saggio adombra il rango legislativo fondamentale nei termini di una "Costituente"
    • *aperta*, accessibile, disintermediata {sembra un Forum :-}
    • *competente* : il *Congresso degli Scienziati*, appunto
    • soggetta al sindacato ultimo delle essenziali comunita' [i *Comuni*, per definizione]
  • Tre eresie, in un colpo solo.
  • Nel suo tempo "non esistevano le condizioni", i canali di una interazione fra Stato, cittadino, comunita' - quindi, oltre che eresia, era utopia.
    • E *visione*.

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  • Nel nostro tempo infatti si struttura un' altra condizione : originali giochi di ruolo fra identita' personale, identita' civile, identita' telematica - con un disallineamento dagli esiti forse non imprevedibili fra
    • status delegato di cittadini_elettori/eletti_in_istituzione e
    • status di cittadini_in_rete praticanti una interconnessione indiscriminata disintermediata sincrona.
  • Come gia' segnalato, una interfaccia funzionalissima, autoconsistente manufatto tecnologico, agnostico, semanticamente spoglio, restituisce in fine, finalmente, ad ogni persona (every-one) un valore antico (e un appeal moderno) : essere soggetto di comunicazione.
  • Ma come sempre ogni cosa vale non per quanto rende ma per quanto costa.
    • Essere soggetto di rete comporta l' essere terminale di rete.

  • Inoltre, il nuovo patto sociale, che verrà stabilito dalla costituente, non sarà come le passate costituzioni, imposto agli Italiani, ma proposto, e la costituente, non disponendo di veruna forza materiale, non potrebbe operare diversamente; quindi il cuore, la fede, le intenzioni di coloro che dovranno comporla, in questo caso, non hanno importanza di sorta alcuna; queste qualità, impossibili a ritrovarsi, perché mutabili secondo l'utile individuale, queste qualità sempre cercate, ne' mai trovate dal popolo, oggi non debbono tenersi in verun conto; l'ingegno e la dottrina sono necessarie; eziandio i piú perversi saranno utili; ma il popolo non potendo discernere queste qualità, la costituente sarà nominata dal congresso nazionale, che ammetterà in essa tutti coloro che volontariamente si offrono di farne parte. Questo sarà il campo ove la scienza, non avendo altri limiti che le medesime leggi di Natura da cui essa risulta, potrà elevarsi dalle inutili astrazioni alla pratica, e stabilire la felicità della nazione.
  • Questo congresso di scienziati, dichiarato Costituente, determinerà e proporrà il nuovo patto sociale, le cui basi saranno que' principj dal popolo dichiarati inviolabili, ed il fine quello di garentirne l'inviolabilità per lo avvenire. Compito il lavoro, reso di pubblica ragione, rimarrà esposto alla pubblica censura; e tutti i dubbi, tutte le considerazioni espresse per mezzo della stampa, saranno accuratamente raccolte da coloro che presiedono all' amministrazione di ogni comune ed inviate alla costituente, che, nel piú breve tempo possibile, dovrà modificare, o rispondere a tutte le osservazioni fatte dal pubblico. Dopo questa prova, il patto, sottoposto in ogni comune alla finale approvazione del popolo, avrà effetto. Noi adombreremo questo nuovo patto sociale senza presumere di aver risoluto un problema che dovrà risolvere l'intera nazione. E' stato nostro proposito sgomberare il suolo e scavar le fondamenta, non già riedificare.

Carlo Pisacane Saggi Storici-Politici-Militari sull' Italia

Saggio III La Rivoluzione Capitolo Quinto pp 162-163

[passi in evidenza NdR]

  • Non ci restano ora che due altri punti a prendere in considerazione; uno è di esaminare se manca lo stimolo al lavoro, l'altro di vedere se mai siavi nel sistema il nocivo intervento del governo.
  • Il lavoro non è attraente, come asserisce Fourier, ma nemmeno ributtante; senza necessità non lavorasi, ma esistendo la necessità ed armonizzando il lavoro con le proprie inclinazioni, tutto ciò che in esso è penoso sparisce. Quale lavoro sarà piú proficuo, quello del proletario che ha il solo stimolo della fame, il cui salario è invariabile, e le cui forze son logorate dalla miseria; oppure quello di un agiato cittadino, che ha scelto il lavoro secondo la propria inclinazione, ed il cui guadagno cresce al crescere del prodotto? Gli infingardi esistono, ma essi riconosciuti come tali della società di cui fanno parte, verrebbero assoggettati ad una multa all'epoca della divisione dei lucri.
  • Il governo interviene nel solo caso, che osserva la violazione di quei principii stabiliti come base del nuovo patto sociale. Prima che la nazione sia costituita egli dice agli oziosi proprietarii: voi non avete diritto alcuno sulla terra, se volete vivere, lavorate; ai contadini: la natura non ha concesso a nessuno la proprietà della terra, tutti sono padroni di coltivarla e la nazione garantisce loro il frutto de' lavori; per fare ciò con ordine, associatevi. Si rivolge al capitalista e gli dice: tu non sei che un usurpatore delle altrui fatiche, il capitale è proprietà nazionale, a te altro non ispetta che una porzione uguale a quella degli operai, e devi, secondo le tue attitudini, lavorare come essi lavorano. Il governo non farà che bandire leggi semplicissime e chiarissime, che nessuno avrà bisogno di ajuto per comprendere; e lascerà ai contadini ed agli operai la cura di porle in atto. Proporrà la costituzione delle varie società, che la Costituente, Congresso di scienziati, avrà compilato, rimanendo ai cittadini piena libertà di respingerla o modificarla, purche' rimangano inviolati i principii. Queste leggi, questi consigli verranno pubblicati dal governo, non già quando la mente è ottenebrata ed il senso comune pervertito dai pregiudizii, ma quando la spada della rivoluzione ha già rimosso gli ostacoli, quando i contadini e gli operai avranno rotto l'incanto che li mantiene tra i fragili ceppi del proprietario e del capitalista.Il governo non dovrà sospingere a fare, cosa impossibile ai governi, ma frenare alquanto, indirizzare, dirigere le passioni, che la rivoluzione ha sfrenate.

Carlo Pisacane Saggi Storici-Politici-Militari sull' Italia

Saggio III La Rivoluzione Capitolo Quinto pp 171-172

[passi in evidenza NdR]

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